(Lebedjàn 1884 – Parigi 1937), ingegnere navale, partecipa ai moti rivoluzionari bolscevichi del 1905 e dell’ottobre 1917. La scrittura di Zamjatin, definita da alcuni espressionista e da altri neorealista, ebbe un grande influsso sulla generazione narrativa russa degli anni venti, soprattutto sui Fratelli di Serapione, di cui fu maestro e guida. La pubblicazione del romanzo Noi, che anticipa le satire sociali di Huxley e Orwell, uscì in francese, inglese e ceco ma non venne mai pubblicato in URSS, e accentuò l’ostilità già creatasi intorno alla sua posizione di intellettuale comunista alieno dalle forme di dogmatismo. Nel 1932, per l’intervento di Gor’kij, poté lasciare la Russia e si stabilì a Parigi. Tra le sue opere ricordiamo Racconti di vita di provincia (1913), i racconti Gli isolani (1917), Il cacciatore di uomini (1921) e il dramma storico I fuochi di San Domenico (1922).

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