Nato a Trieste nel 1910, si laurea in Medicina con specializzazione in Psichiatria. Negli anni Trenta sviluppa la sua attività di critico d’arte e di saggista, collaborando a molte riviste, tra le quali “Domus” come vicedirettore, “Aut Aut” come redattore capo, “The Journal of Aesthetics” e “The Studio”. Nel 1948 fonda, insieme a Bruno Munari, Atanasio Soldati e Gianni Monnet, il MAC (Movimento Arte Concreta). Di quegli anni si ricordano le due mostre personali alla Libreria Salto di Milano e la partecipazione alle numerose collettive del MAC in Italia e all’estero, tra le quali l’esposizione itinerante in Cile e Argentina nel 1952.
Critico d’arte e filosofo, è stato ordinario di Estetica presso le Università di Milano, di Trieste e di Cagliari.
Gillo Dorfles è testimone esemplare delle vicende dell’arte, dell’architettura, del design e della cultura da molti decenni. È autore di una serie di libri i cui titoli ricordano con evidenza quanto abbia contribuito agli sviluppi dell’estetica moderna: ricerche quali Oscillazioni del gusto (1958), Simbolo, comunicazione, consumo (1962), Nuovi riti, nuovi miti (1965), Il Kitsch. Antologia del cattivo gusto (1968) e altre.
Ha accompagnato come critico, anche anticipandone le manifestazioni, l’evolversi dell’arte contemporanea con libri come Il divenire delle arti (1959) e Ultime tendenze nell’arte d’oggi (1961 e le molte successive edizioni).
Da sempre si interessa alle tematiche dell’architettura e del design di cui ha seguito gli sviluppi a partire da Il disegno industriale e la sua estetica (1963). Tra i promotori nel 1956 dell’ADI (Associazione per il disegno industriale), ha ricevuto numerosi premi tra cui il Compasso d’Oro, la Medaglia d’oro della Triennale di Milano e la Matchette Award for Aesthetics.
È dottore honoris causa del Politecnico di Milano e dell’Università Autonoma di Città del Messico, Fellow della World Academy of Art and Science, accademico onorario dell’Accademia di Belle Arti di Brera. Nell’aprile 2007 l’Università di Palermo gli ha conferito la laurea honoris causa in Architettura.

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